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Trento, 29 ottobre 2009
discariche di Monte zaccon e Sativa di sardagna.
bombarda: «Non accadrÀ piÙ un fatto così»

da l’Adige di giovedì 29 ottobre 2009

C’è nero su bianco quello che, fino a ieri, si intuiva: nella discarica di Monte Zaccon e in quella della Sativa di Sardagna arrivavano anche rifiuti, soprattutto dalle acciaierie venete e delle zone industriali del nord Italia, «esteri ». Tanti, circa 400 mila tonnellate, che non dovevano essere dove sono state rinvenute dalla Forestale dello Stato nel corso dell’inchiesta partita nel dicembre dello scorso anno. La notizia emerge dalle carte dell’inchiesta condotta dal Procura di Trento, dall’avviso di conclusione delle indagini che è stato inviato dalla Pm, Alessandra Liverani agli otto indagati. Al di là di come andrà a finire il processo, questa vicenda rappresenta sempre più uno spartiacque per quanto riguarda la politica ambientale. Il tema è: come impedire l’importazione e (quindi l’esportazione) di rifiuti industriali? Un «turismo» che espone a rischi ambientali, a veri e propri attentati all’immagine di una terra come la nostra che vive, in buona parte, di turismo. (…) B.Z.

Roberto Bombarda dei Verdi, presidente della terza commissione del Consiglio provinciale, dice: «Rispetto a quanto di sapeva non mi pare che ci siano grosse novità. Il dato positivo è che stiamo creando le condizioni perché una cosa del genere non possa più ripetersi. Se la Provincia attua le proposte fatte dalla commissione al 99,9% casi non succederà più. Aumenteranno i controlli, verranno fatti, a spese delle aziende, i carotaggi nelle bonifiche, le ditte dovranno fare fidejussioni a favore dei comuni. Della serie: se ti becco a fare il furbo devi pagare un paio di milioni di euro! La politica s’è fatta carico del problema».

     

Roberto Bombarda

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